Un viaggio tra pittura, storia dell’arte e attualità, in cui l’artista rilegge il genere con ironia e sguardo contemporaneo. Dal cesto di Caravaggio ai giorni nostri. Ferioli parte da un aneddoto che ha il sapore della rivoluzione artistica: “Nel bel mezzo di grandi crocifissioni e scene religiose, Caravaggio un giorno dipinge… un cesto di frutta!” Siamo alla fine del ‘500: un gesto semplice ma dirompente, capace di abbattere le convenzioni dell’epoca. Non più eroi o storie sacre, ma oggetti comuni, fermi e silenziosi. Solo nel Settecento il genere verrà chiamato “Natura Morta” prima era “Natura Silenziosa”. Nei secoli successivi, da Manet a Cézanne, fino a Picasso e Morandi, la natura morta si è rinnovata di continuo, adattandosi alle esigenze e ai linguaggi di ogni tempo. Per Ferioli, la natura morta non è mai stata davvero silenziosa: “Siamo circondati da scritte, suoni, immagini. In casa la radio parla, la TV informa, Alexa risponde. Le mie opere assorbono questo rumore di fondo e raccontano storie del presente. Per questo le chiamo “paesaggi domestici.” Nei suoi quadri convivono puffi, cibo, intelligenza artificiale, tavole imbandite e pupazzi da fumetti, in una ricostruzione geometrica del visibile che richiama Cézanne, ma è impregnata di riferimenti culturali attualità e politica.
L’arte come cronaca e Vanitas contemporanea
Alcune opere affrontano temi drammatici, come quelle dedicate al genocidio di Gaza: fantasmi, scarpe slacciate, scritte “Basta spengo”, numeri di vittime dati alla radio, frutti in forchettati e persino uno scontrino della spesa. Un intreccio di tragedia e quotidianità che restituisce la fragilità e la resistenza della vita. Come in Caravaggio, anche qui emerge la Vanitas: la caducità dell’esistenza, un tempo affidata alla frutta marcia o ai teschi shakespiriani, oggi raccontata attraverso i segni prematuri e violenti della nostra epoca. Ma Ferioli lascia spazio anche alla luce: i piccoli oggetti quotidiani diventano simboli di intimità e conforto come i pupazzi in “La Colazione”, o il messaggio whatsapp in “ Spaghetti” creando un contrasto visivo contemporaneo.
Una natura morta è viva.
Le opere sui drammi moderni o come in “Invasioni domestiche”, colpiscono per la loro forza dirompente: convivono orrore e familiarità, dolore e calore domestico, lo scolapasta e le notizie alla radio.E forse è proprio qui la risposta alla domanda del titolo: nei quadri di Ferioli, la natura morta è viva! rumorosa, ironica, domestica e densa di significati. Sono opere che, tra bellezza e profondità, trasformano la natura morta in un linguaggio vivo e necessario per leggere il nostro tempo.
(Marzia Rizzo)

“Un Morandi per due” – Pastello a gesso

“Gaza” – Pastello a gesso